Il Principio di Riflettanza
La luce visibile, quella percepita dal nostro occhio, è solo una piccola parte dello spettro elettromagnetico.
Molti animali hanno occhi che acquisiscono più grandi quantità di energia radiante.
Le radiazioni elettromagnetiche colpiscono la materia. Questa, dopo essere stata colpita, può riflettere, assorbire o trasmettere energia.
Il rilascio di energia è conseguenza della variazione del contenuto energetico della materia.
Lo studio dell’interazione tra radiazione elettromagnetica e materia è chiamato spettroscopia.
Il rapporto fra la radiazione elettromagnetica riflessa da una superficie e la radiazione che la colpisce è chiamato riflettanza.
Ogni materiale ha una sua propria risposta spettrale (curva di riflettanza spettrale).
Più grossolana è la granulometria di un materiale, più bassa è la riflettanza del materiale (diminuzione del percorso ottico libero del fotone e quindi maggior assorbimento d’energia da parte del materiale).
La curva di riflettanza mostra zone di assorbimento di energia in precise lunghezze d’onda (bande di assorbimento).
Nelle bande di assorbimento si associano due tipi di processi fisico-chimici: elettronici e vibrazionali.
I fenomeni elettronici assorbono (ed emettono) energia nel visibile e nel vicino infrarosso.
Le zone di assorbimento energetico sono molto ampie ed intense.
Le emissioni energetiche sono concentrate in stretti intervalli di lunghezze d’onda.
I fenomeni vibrazionali assorbono energia nell’ infrarosso e sono dovuti all’oscillazione di gruppi chimici eccitati dalla radiazione elettromagnetica (soprattutto acqua, ossidrile, ossidrile-alluminio, magnesio e ferro). Le zone di assorbimento sono molte strette e più intense di quelle esibite dai fenomeni elettronici.
Le emissioni energetiche sono molto ampie.
L’acqua e le rocce non sono senza vita, ma vivono questi tipi di processi fisico-chimici, e ne vengono modificati perché la loro struttura è imperfetta. Se la struttura fosse perfetta, l’eccitazione elettromagnetica non avrebbe alcun effetto permanente, perché gli elettroni, passata la radiazione, potrebbero tornare ai loro posti.
Poiché la struttura della materia non è in natura mai perfetta, i difetti rendono possibili reazioni chimiche di soluzione, di assorbimento, di scambio semplice o doppio.
Ecco perché si può parlare di interazioni fra i campi energetici e la vita, di interazioni fra le geo-masse e le bio-masse.
Le presenti note sono tratte da pubblicazioni del prof. Roberto Chiari, dell’Istituto di Petrografia dell’Università di Parma.
Molti animali hanno occhi che acquisiscono più grandi quantità di energia radiante.
Le radiazioni elettromagnetiche colpiscono la materia. Questa, dopo essere stata colpita, può riflettere, assorbire o trasmettere energia.
Il rilascio di energia è conseguenza della variazione del contenuto energetico della materia.
Lo studio dell’interazione tra radiazione elettromagnetica e materia è chiamato spettroscopia.
Il rapporto fra la radiazione elettromagnetica riflessa da una superficie e la radiazione che la colpisce è chiamato riflettanza.
Ogni materiale ha una sua propria risposta spettrale (curva di riflettanza spettrale).
Più grossolana è la granulometria di un materiale, più bassa è la riflettanza del materiale (diminuzione del percorso ottico libero del fotone e quindi maggior assorbimento d’energia da parte del materiale).
La curva di riflettanza mostra zone di assorbimento di energia in precise lunghezze d’onda (bande di assorbimento).
Nelle bande di assorbimento si associano due tipi di processi fisico-chimici: elettronici e vibrazionali.
I fenomeni elettronici assorbono (ed emettono) energia nel visibile e nel vicino infrarosso.
Le zone di assorbimento energetico sono molto ampie ed intense.
Le emissioni energetiche sono concentrate in stretti intervalli di lunghezze d’onda.
I fenomeni vibrazionali assorbono energia nell’ infrarosso e sono dovuti all’oscillazione di gruppi chimici eccitati dalla radiazione elettromagnetica (soprattutto acqua, ossidrile, ossidrile-alluminio, magnesio e ferro). Le zone di assorbimento sono molte strette e più intense di quelle esibite dai fenomeni elettronici.
Le emissioni energetiche sono molto ampie.
L’acqua e le rocce non sono senza vita, ma vivono questi tipi di processi fisico-chimici, e ne vengono modificati perché la loro struttura è imperfetta. Se la struttura fosse perfetta, l’eccitazione elettromagnetica non avrebbe alcun effetto permanente, perché gli elettroni, passata la radiazione, potrebbero tornare ai loro posti.
Poiché la struttura della materia non è in natura mai perfetta, i difetti rendono possibili reazioni chimiche di soluzione, di assorbimento, di scambio semplice o doppio.
Ecco perché si può parlare di interazioni fra i campi energetici e la vita, di interazioni fra le geo-masse e le bio-masse.
Le presenti note sono tratte da pubblicazioni del prof. Roberto Chiari, dell’Istituto di Petrografia dell’Università di Parma.